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29 maggio 2015
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- Un rapporto dell'International Transport Forum evidenzia
l'effetto negativo che le mega portacontainer avranno sulla supply
chain
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- Per gli armatori sta diventando sempre meno rilevante
l'effetto delle economie di scala
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Se c'è un segmento dell'industria mondiale che da anni si
muove sovente in direzione opposta rispetto a quella indicata dagli
analisti, dagli esperti del settore e dalle società di
consulenza che elaborano complessi e documentati studi e formulano
fondate previsioni, è quello del trasporto marittimo di
linea.-
- Da molti anni, ormai, tutti i previsori mettono sull'avviso le
compagnie armatoriali che gestiscono le flotte di portacontainer
circa il rischio di un eccesso di stiva rispetto alla domanda.
Ciononostante non si è affatto attenuata la corsa agli ordini
nei confronti dei cantieri navali per incrementare la capacità
delle flotte di full container.
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- Gli avvisi degli esperti sono diventati allarme quando di
recente è aumentato non solo il numero degli ordinativi, ma
soprattutto - e in maniera esponenziale - la capacità di
carico delle portacontainer commissionate. In breve si è
passati da navi in grado di trasportare al massimo 10.000 teu ad
unità che ne possono caricare più del doppio.
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- A dire il vero, se l'eccesso di capacità era ed è
ancora un rischio previsto pressoché dalla totalità
degli esperti, è invece ancora dubbia l'efficacia dal punto
di vista economico e operativo dell'introduzione nelle flotte di
navi in grado di imbarcare ingenti quantitativi di contenitori,
perplessità suscitate da effetti negativi che potrebbero
derivare dalla gestione diretta di queste portacontainer ma anche
dal loro limitato impiego, soggetto come sarà alla necessità
di utilizzarle solo sulle rotte su cui transitano rilevanti volumi
di traffico e ancor più a doverle impiegare per collegare
quelle sinora pochissime località mondiali in cui sono
presenti porti in grado di riceverle.
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- Perplessità sui benefici economici derivanti dall'impiego
di queste mega navi è stata espressa anche da molti esperti
del settore marittimo-portuale interpellati per redigere il rapporto
“The Impact of Mega-Ships” che è l'ultima
pubblicazione della serie di analisi su temi specifici dell'economia
del trasporto prodotta dall'International Transport Forum (ITF),
l'organizzazione intergovernativa che fa parte dell'Organisation for
Economic Co-operation and Development (OECD). Lo studio è
stato realizzato con lo scopo di valutare l'impatto sull'intera
catena di trasporto di queste grandi navi ordinate dagli armatori
nell'ambito di una continua ricerca di economie di scala.
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- L'analisi evidenzia che se in passato l'immissione nelle flotte
di portacontainer di maggiore capacità ha contribuito alla
diminuzione dei costi e al miglioramento delle performance
complessive del trasporto marittimo, l'ulteriore l'aumento delle
dimensioni di questa tipologia di navi e la velocità con cui
ciò accade ha conseguenze sul resto della catena di
trasporto, richiedendo adattamenti delle infrastrutture e dei
livelli di produttività che determinano un aumento dei costi
a carico degli operatori portuali, delle Autorità Portuali e
delle altre parti della supply chain.
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- L'analisi osserva che se è vero che l'aumento delle
dimensioni delle navi portacontenitori determina un risparmio sui
costi, questo effetto però si sta attenuando e in futuro
potrebbe svanire. In particolare, il raddoppio della dimensione
massima delle portacontainer avvenuto negli ultimi dieci anni ha
ridotto i costi totali delle navi per container trasportato di circa
un terzo. Tuttavia questi risparmi stanno diminuendo con l'ulteriore
aumento delle dimensioni delle navi e i risparmi sui costi offerti
dalla nuova generazione di portacontainer sono da quattro a sei
volte inferiori rispetto a quelli ottenuti con le navi più
grandi impiegate prima che si verificasse questa nuova fase di
gigantismo navale. Inoltre circa il 60% dei risparmi sui costi
prodotti dalle più recenti portacontainer è generato
da motori più efficienti piuttosto che dalla dimensione delle
navi. In più, il nuovo gigantismo navale e la crescita della
capacità della flotta di portacontainer ha avuto luogo
nonostante si sia verificato un rallentamento della crescita del
traffico marittimo containerizzato globale. I massicci ordini di
nuove mega navi - spiega l'analisi - ha portato ad un eccesso di
offerta di navi portacontainer e ciò molto probabilmente avrà
un effetto negativo sulla riduzione dei costi determinati dall'uso
di navi più grandi, con una diminuzione della domanda che
avrà per conseguenza un minore risparmio per contenitore
trasportato.
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- Lo studio constata inoltre che le mega portacontainer
determinano picchi di traffico nei porti e mettono a dura prova
anche le attività di trasporto dell'entroterra. Infatti
queste navi richiedono l'ampliamento delle infrastrutture
necessarie per accoglierle e per soddisfare i picchi di traffico
prodotti dal loro impiego, con la conseguente necessità di
innalzare la capacità sia delle banchine che delle aree di
stoccaggio dei container.
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- L'analisi stima approssimativamente in 0,4 miliardi di dollari
all'anno questi costi aggiuntivi, di cui circa un terzo potrebbe
essere determinato dalla necessità di potenziare le
attrezzature portuali, un terzo dalla necessità di dragare i
fondali dei porti ed un altro terzo dai lavori per adeguare le
infrastrutture portuali e retroportuali, con le due ultime voci di
costo, cioè dragaggi e infrastrutture - precisa il rapporto
- che in molte nazioni sono per la gran parte a carico del settore
pubblico.
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- «Se il potenziale di risparmio sui costi a carico delle
compagnie - chiarisce l'analisi - sembrano essere piuttosto
marginali, viceversa l'aumento dei costi per le infrastrutture
potrebbero essere esponenziali. L'introduzione di un centinaio di
navi da 24.000 teu nel 2020 richiedere notevoli investimenti in quei
siti in cui per primi verranno introdotte queste navi (Estremo
Oriente, Nord Europa, Mediterraneo), ma - attraverso gli effetti a
cascata - avrà anche l'effetto di determinare l'introduzione di
navi da 19.000 teu nel Nord America e di navi da 14.000 teu in Sud
America e in Africa. Ciò implicherà la necessità di
ulteriori investimenti anche in queste regioni».
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- Secondo lo studio, le istituzioni pubbliche dovrebbero tenere
conto di ciò e agire di conseguenza. Invece molti porti e
nazioni, incidentalmente o di proposito, hanno incoraggiato lo
sviluppo della dimensione delle navi, mentre sarebbe auspicabile un
approccio più equilibrato ed una maggiore attenzione agli
interessi pubblici.
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- Lo studio osserva che sono in aumento anche i rischi per la
supply chain determinati dall'impiego di grandi portacontainer, in
particolare relativamente all'assicurabilità di queste navi e
ai costi determinati da eventuali incidenti. Inoltre queste mega
navi determinano una concentrazione di servizi e di volumi di merci,
una riduzione dell'offerta e della flessibilità della supply
chain, tanto più - sottolinea il documento - che introduzione
nelle flotte di navi più grandi è coincisa con una
maggiore cooperazione stretta dalle principali compagnie di
navigazione del settore, che hanno costituito quattro alleanze.

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