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21 novembre 2018
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- Hapag-Lloyd ritiene che sia finita la fase di consolidamento
fra i top player del trasporto marittimo containerizzato
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- Per la compagnia, il settore è giunto ad un punto di
svolta
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Secondo la tedesca Hapag-Lloyd, il settore del trasporto
marittimo containerizzato è giunto ad un punto di svolta. Per
la compagnia di navigazione germanica, che è la quinta di
questo mercato a livello mondiale quanto a capacità della
flotta, si è infatti conclusa la fase di consolidamento in
atto negli ultimi anni che ha coinvolto la stessa Hapag-Lloyd, che
ha attuato fusioni con la sudamericana CSAV e con la mediorientale
UASC. In occasione dell'odierna presentazione agli investitori
nell'ambito del Capital Markets Day, la compagnia di Amburgo ha
evidenziato che la stessa Hapag-Lloyd è due volte più
grande di quanto fosse nel 2014 in termini di capacità di
carico della propria flotta, che prima della fusione con la
compagnia cilena era costituita da 144 navi per una capacità
di stiva pari a 800mila teu ed oggi è formata da 222
portacontainer (di cui il 66% di proprietà e il 34% a
noleggio) in grado di trasportare complessivamente 1,6 milioni di
teu.-
- Hapag-Lloyd prevede che non si verificheranno in futuro
operazioni di consolidamento tra i primi sette vettori marittimi
mondiali del settore, ovvero - oltre alla compagnia tedesca - tra
Maersk Line, Mediterranean Shipping Company (MSC), COSCO Shipping,
CMA CGM, Ocean Network Express (ONE) ed Evergreen Line. Hapag-Lloyd
ha quindi tacitamente smentito nuovamente una possibile ventilata
fusione con la francese CMA CGM. Secondo la compagnia tedesca,
infatti, un ulteriore consolidamento tra i top player del trasporto
marittimo containerizzato è ora meno allettante a causa dai
sempre minori vantaggi determinati dall'aumento delle economie di
scala.
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- Hapag-Lloyd ha evidenziato anche come in questi ultimi le
compagnie del settore abbiano anche riconosciuto la necessità
di una riduzione dei costi e come questi tagli siano stati portati a
termine con successo. In particolare, la compagnia tedesca ha
sottolineato che se nel 2009, a fronte di un nolo medio di 1.257
dollari/teu e ad un prezzo medio del bunker di 331
dollari/tonnellata, Hapag-Lloyd aveva registrato un EBITDA di segno
negativo di -407 milioni di dollari ed una perdita prima delle
imposte pari a -958 milioni di dollari, nei primi nove mesi del
2018, in presenza di un nolo medio di 1.032 dollari/teu e di un
prezzo del combustibile di 406 dollari/tonnellata, EBITDA e
risultato ante imposte siano stati entrambi di segno positivo e pari
rispettivamente a 972 milioni e 15 milioni di dollari. Inoltre - ha
rilevato la compagnia - applicando il valore dei noli e del prezzo
del bunker del 2009 alla base di costi al periodo di 12 mesi
terminato lo scorso 30 settembre l'EBITDA e il dato pre imposte
risulterebbero entrambi di segno positivo e pari a circa 4,0
miliardi e 2,7 miliardi di dollari.
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- Secondo Hapag-Lloyd, quindi, il focus delle compagnie del
settore non deve essere più quello della dimensione di scala,
ma piuttosto quello di un maggiore orientamento al cliente. Tra le
iniziative per migliorare la qualità e l'efficienza dei
servizi, la compagnia ha elencato l'ottimizzazione del network delle
linee, la collaborazione con i terminalisti e miglioramenti
nell'approvvigionamento e nella gestione dei container. Inoltre
Hapag-Lloyd ha annunciato ulteriori investimenti nel campo della
digitalizzazione e dell'automazione, per essere in grado - ad
esempio - di aumentare al 15% la quota del business on-line entro il
2023.

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