
|

|
11 novembre 2019
|
|
- Seas at Risk e T&E esortano l'IMO a prendere in
considerazione la riduzione della velocità delle navi per
diminuire le loro emissioni
-
- Le due organizzazioni evidenziano anche l'impatto positivo
che si avrebbe sull'inquinamento acustico subacqueo e sul rischio di
collisioni tra navi e balene
-
Per ridurre notevolmente le emissioni inquinanti delle navi è
necessario ridurre la loro velocità di navigazione,
decelerazione che avrebbe anche l'effetto di diminuire il rischio di
collisioni tra le navi e le balene e di attenuare l'inquinamento
acustico subacqueo. Lo sostengono Seas at Risk e Transport &
Environment (T&E) sulla base dei risultati di uno studio che le
due organizzazioni hanno commissionato alla società di
consulenza GL Reynolds specializzata nel campo della sostenibilità
ambientale in vista della tornata di incontri di questa settimana
del gruppo di lavoro intersessionale sulla riduzione delle emissioni
di gas ad effetto serra delle navi del Marine Environment Protection
Committee (MEPC) dell'International Maritime Organization (IMO).-
- Seas at Risk e T&E, a cui aderiscono numerose associazioni
non-governative che si occupano dell'impatto sull'ambiente delle
attività di trasporto, hanno sottolineato che «è
ben noto il notevole effetto positivo che la riduzione della
velocità potrebbe avere sulle emissioni di gas ad effetto
serra delle navi». Tra le analisi sul rapporto tra la velocità
della nave e il livello di queste emissioni citate dallo studio ci
sono quelle realizzate di Jasper Faber della società di
consulenza CE Delft e da altri ricercatori secondo cui, ad esempio,
le emissioni di CO2 prodotte da una portacontainer scenderebbero del
13% grazie ad una riduzione del 10% della velocità di
navigazione, calerebbero del 23% con una diminuzione del 20% della
velocità e si avrebbe un taglio del 32% delle emissioni di
CO2 con una riduzione del 30% della velocità di navigazione.
Con analoghe riduzioni della velocità le emissioni di
anidride carbonica delle rinfusiere scenderebbero del 15%, 28% e 38%
e quelle delle navi cisterna del 10%, 18% e 24%,.
-
- Ma secondo le due organizzazioni l'effetto positivo non sarebbe
solo questo: «ciò che ha ricevuto meno attenzione -
hanno precisato Seas at Risk e T&E - è l'effetto positivo
che tale variazione delle velocità potrebbe avere sulla
natura e sulla salute umana. Il rapporto - hanno evidenziato le due
organizzazioni - illustra come una modesta riduzione del 20% della
velocità della nave ridurrebbe del 66% l'inquinamento
acustico subacqueo e di un rilevante 78% la possibilità di
una collisione fatale tra una nave e una balena. Sia i rumori che le
collisioni con le balene stanno avendo un grave impatto sullo stato
di salute dell'ambiente marino».
-
- Seas at Risk e T&E hanno osservato inoltre che «la
diminuzione della velocità della nave comporta una riduzione
del consumo di carburante, con conseguente riduzione delle emissioni
di gas ad effetto serra ma anche cospicue riduzioni di particolato
carbonioso, zolfo e ossidi di azoto, tutti importanti inquinamenti
atmosferici. Le emissioni di SOx e NOx - hanno spiegato le due
organizzazioni - hanno gravi implicazioni per la salute umana,
mentre il black carbon rappresenta una fonte di preoccupazione per
l'Artico dove è responsabile per l'accelerazione del
riscaldamento globale».
-
- John Maggs, senior policy advisor di Seas at Risk e presidente
della Clean Shipping Coalition (CSC), ha quindi esortato i delegati
che questa settimana parteciperanno alle trattative sul clima presso
l'IMO a valutare con attenzione la proposta di ridurre la velocità
delle navi che - ha ribadito - non solo farebbe una grande
differenza relativamente all'impatto dello shipping sul clima, ma
ridurrebbe anche notevolmente l'inquinamento atmosferico,
l'inquinamento acustico subacqueo e il numero di collisioni fatali
tra balene e navi, tutte questioni che anche l'IMO deve affrontare».
|
|
- Piazza Matteotti 1/3 - 16123 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
|