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15 novembre 2019
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- La Commissione UE avvia un'indagine approfondita
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- Archiviata la procedura nei confronti della Spagna, che
invece ha accettato di adeguare la propria legislazione
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Dopo l'ammonimento della Commissione Europea rivolto lo scorso
gennaio all'Italia affinché adeguasse la propria legislazione
per assicurare che dal 1° gennaio 2020 le Autorità
Portuali italiane venissero sottoposte alla tassazione vigente per
le imprese
(
dell'8
gennaio 2019), oggi Bruxelles ha annunciato l'attivazione di
un'indagine approfondita per valutare se le esenzioni fiscali
concesse ai porti dalle norme italiane, in base alle quali gli enti
portuali non devono versare alcuna imposta per la loro attività
di riscossione dei canoni relativi ai beni demaniali dati in
concessione, siano in linea con le norme UE in materia di aiuti di
Stato.-
- Un ammonimento che a gennaio scorso la Commissione UE aveva
rivolto anche alla Spagna, che a differenza dell'Italia ha accettato
di modificare la propria legislazione in materia di imposta sul
reddito delle società per adeguarla alle norme comunitarie.
Le autorità spagnole, che in precedenza garantivano agli enti
portuali una parziale esenzione dall'imposta sul reddito delle
società limitata ai loro principali cespiti, si sono quindi
impegnate a sottoporre le authority portuali nazionali alla
tassazione sul reddito delle imprese a partire dal 2020. La
Commissione ha pertanto deciso di archiviare la procedura relativa
alla Spagna.
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- Non così per l'Italia, che non ha accettato di effettuare
tali modifiche in quanto sostiene che le Autorità Portuali,
ora diventate Autorità di Sistema Portuale, sono enti
pubblici non economici e non possono essere considerate quali
imprese che esercitano attività economiche. Da qui l'avvio
dell'indagine approfondita decisa oggi da Bruxelles, che sinora non
ha accettato la posizione italiana in quanto ritiene che la
concessione di aree portuali costituisca un'attività
economica che si differenzia dalle attività non economiche
che rientrano usualmente nelle competenze di enti pubblici, come
quelle relative alle attività per la sicurezza e il controllo
del traffico marittimo.
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- Se l'indagine dovesse accertare che le esenzioni fiscali
concesse alle Autorità Portuali italiane sono contrarie alle
norme UE sugli aiuti di Stato, la Commissione non potrebbe tuttavia
richiedere di recuperare gli importi di tasse non versate, ritenuti
quali aiuti già concessi, in quanto tali importi risultano
essere “aiuti esistenti” dato che erano già in
vigore prima dell'adesione dell'Italia all'Unione Europea. Lo stesso
sarebbe accaduto per le esenzioni fiscali spagnole, già in
vigore prima dell'adesione della Spagna all'UE.
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- L'indagine approfondita avviata nei confronti dell'Italia
rappresenta il terzo passo della procedura di confronto con gli
Stati membri nel caso la Commissione UE ritenga che gli “aiuti
esistenti” possano violare le norme europee in materia di
aiuti di Stato.
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