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29 novembre 2019
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- Gioia Tauro invita il governo a non distrarre i fondi
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- Vecchio (Confindustria Reggio Calabria): l'Europa e la Cina
hanno investito su Vado Ligure. Noi crediamo che l'Italia e l'Europa
debbano investire qui
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Il porto di Gioia Tauro non è una questione tra tante. «È
“la questione” per antonomasia, la madre di tutte le
battaglie. Una questione non calabrese, non meridionale, ma
italiana». Lo ha sottolineato oggi il presidente di
Confindustria Reggio Calabria, Domenico Vecchio, aprendo il convegno
“Gioia Tauro, il futuro passa dal territorio. Proposte e sfide
per la portualità calabrese” svoltosi presso il Comune
di Gioia Tauro e promosso da Confindustria Reggio Calabria, Comune
di Gioia Tauro, Camera di Commercio di Reggio Calabria in
collaborazione con Unindustria Calabria.-
- «Per questo - ha aggiunto Vecchio - rivendichiamo con
forza il ruolo di Gioia che, in questo momento storico, è
messo in discussione dagli investimenti su altre realtà.
L'Europa e la Cina - ha rilevato - hanno investito su Vado Ligure.
Noi crediamo che l'Italia e l'Europa debbano investire qui.
Confindustria guarda con speranza e fiducia al nuovo percorso
avviato con TIL - MSC (il gruppo armatoriale che ha assunto l'intero
controllo della società che gestisce il container terminal
dello scalo calabrese, ndr). E siamo grati al gruppo Aponte,
di cui auspico di incontrare i vertici fin dalle prossime settimane,
per la concretezza e la serietà che finora ha dimostrato».
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- Il presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria,
Antonino Tramontana, ha denunciato che «i finanziamenti nel
bilancio dello Stato per i cosiddetti “grandi investimenti
ZES”, non essendo state utilizzate per la troppa complessità
attuativa, andranno a finire ad implementare il fondo “Cresci
al Sud”. Io sono convinto che questo sia una scelta miope e
credo sia davvero necessario fare appello alla politica, a
cominciare dalla deputazione del nostro territorio, affinché
intervenga per correggere un errore che danneggerebbe non solo Gioia
Tauro ma tutte le aree ZES in particolare del Mezzogiorno».
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- Secondo Natale Mazzuca, presidente di Unindustria Calabria,
«Gioia Tauro è un grande porto nel centro del
Mediterraneo, che ha potenzialità inespresse. Con 700 ettari
di retroporto - ha osservato - dobbiamo programmare investimenti e
lavoro. La ZES è un contenitore rimasto sulla carta.
Chiediamo al governo di attuarla, di renderla attrattiva per nuovi
investimenti, creando le condizioni per connetterla al territorio e
al Paese. La ZES può essere un importante laboratorio di
semplificazione. La nostra ambizione - ha sottolineato Mazzuca - non
deve essere limitata al transhipment, ma soprattutto alla
trasformazione, che aggiunge valore all'economia».
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- Il sindaco di Gioia Tauro, Aldo Alessio, ha sostenuto la
necessità «che l'area industriale sia gestita dal
Comune di Gioia Tauro, secondo una logica che riparta dal basso e
dalla capacità del territorio di assumersi delle
responsabilità. E lo Stato - ha affermato - si riprenda ciò
che è suo, ovvero i capannoni deserti frutto di sprechi di
denaro pubblico, e lo dia a giovani imprenditori».
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- Evidenziando che «l'incremento di traffico registrato nel
2019 e l'arrivo delle prime tre enormi gru acquisite dal nuovo
concessionario TIL-MSC sono il segno di un trend di crescita
incoraggiante», il sindaco della Città metropolitana di
Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ha annunciato che
l'istituzione chiederà «con forza che i fondi destinati
alla ZES non siano distratti dal governo nella nuova legge
finanziaria. Chiederemo - ha precisato - un incontro ai ministeri,
insieme a Confindustria e alle altre istituzioni territoriali, per
assicurarci che gli sforzi prodotti in questi anni, non vengano
vanificati».
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- Anche il commissario straordinario dell'Autorità Portuale
di Gioia Tauro, Andrea Agostinelli, ha sottolineato che «l'avvento
del nuovo terminalista è senza dubbio un fatto importante che
oggi ci consente di guardare ad un nuovo piano di investimenti e ad
evitare una macelleria sociale che rischiava di determinare
licenziamenti a catena. Il rilancio in atto - ha specificato - dovrà
ora essere accompagnato con pazienza e fermezza».
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