- Sono 45 gli Stati membri dell'International Maritime
Organization ad aver designato i marittimi come lavoratori
essenziali
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- Lim: si tratta di un passo fondamentale per risolvere la
crisi del cambio degli equipaggi delle navi
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Attualmente sono 45 gli Stati membri dell'International Maritime
Organization (IMO), più un membro associato, ad aver
designato i marittimi come lavoratori essenziali. Lo ha reso noto il
segretario generale dell'IMO, Kitack Lim, invitando gli Stati membri
che non lo hanno ancora fatto ad provvedere con urgenza in quanto -
ha sottolineato - si tratta di un passo fondamentale per risolvere
la crisi del cambio degli equipaggi delle navi che è
ostacolato dalle misure assunte dalle nazioni per ridurre la
mobilità e contenere la pandemia di Covid-19.-
- Gli Stati membri dell'IMO che hanno provveduto a designare i
marittimi quali lavoratori essenziali, oltre ad Hong Kong che è
membro associato, sono: Arabia Saudita, Azerbaigian, Bahamas,
Bangladesh, Barbados, Belgio, Brasile, Canada, Cile, Cipro,
Danimarca, Emirati Arabi Uniti, Filippine, Francia, Gabon, Georgia,
Germania, Ghana, Giamaica, Giappone, Grecia, Indonesia, Iran, Isole
Marshall, Kenya , Kiribati, Liberia, Moldova, Montenegro, Myanmar,
Nigeria, Norvegia, Nuova Zelanda, Olanda, Panama, Regno Unito,
Repubblica di Corea, Romania, Singapore, Spagna, Stati Uniti, Sud
Africa, Svezia, Thailandia e Yemen.
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- Doveroso denunciare l'assenza dall'elenco dell'Italia che,
obliosa delle risoluzioni che esortano i governi a designare i
marittimi come lavoratori essenziali adottate dall'IMO,
dall'assemblea generale dell'Onu e dall'International Labour
Organization, ancora non ha inserito i marittimi tra le categorie di
lavoratori a cui concedere deroghe rispetto ai regolamenti che
limitano la mobilità a causa della crisi sanitaria.
Un'assenza che si spiega con la debole sollecitazione rivolta in tal
senso dagli armatori e dalle loro associazioni armatoriali al
governo e, in particolare, alla ministra delle Infrastrutture e dei
Trasporti, Paola De Micheli, e alla scarsa, per non dire nulla,
attenzione di quest'ultima rispetto a questo grave problema. Sarà
questa occasione, magari, per rinnovare da più parti la
richiesta dell'istituzione di un dicastero specificamente dedicato
al mare, soluzione - lo ha scritto più volte questo giornale
- più utile a complicare che a semplificare le cose allo
shipping ed utile assai invece a fornire alibi a chi, per preciso
mandato politico, dovrebbe adoperarsi a risolvere queste questioni e
a chi, come da incarico assegnato dalla categoria che rappresenta
(non quella dei marittimi, evidentemente), dovrebbe pressare i primi
affinché appianino questi problemi.
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- B.B.
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