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7 gennaio 2021
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- CLIA ricorda alle autorità italiane che quello delle
crociere è uno tra i settori che meglio ha risposto alla
crisi sanitaria
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- L'associazione sottolinea che sinora le navi da crociera
hanno assicurato il trasporto di oltre 60mila turisti in sicurezza
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Prendendo atto dell'ultimo decreto legge emanato dal governo
italiano che estende le restrizioni in essere per contenere la
pandemia di Covid-19 oltre la data inizialmente prevista del 6
gennaio, la Cruise Lines International Association (CLIA) ha tenuto
ad evidenziare che già dall'avvio della crisi sanitaria il
settore delle crociere ha dimostrato la capacità di reagire,
grazie al rigoroso protocollo sanitario adottato fin da agosto,
assicurando sinora il trasporto di oltre 60mila turisti in
sicurezza, turisti - ha precisato l'associazione - che di fatto sono
stati inseriti all'interno di una bolla di protezione anche a
salvaguardia delle comunità locali e senza rappresentare
alcun peso né economico né organizzativo per le
strutture sanitarie a terra.-
- «Sono oggi le stesse comunità, territori e porti -
ha sottolineato la CLIA in una nota - che hanno potuto beneficiare
del turismo crocieristico fino alla pausa natalizia ad auspicare che
si rimetta in moto il prima possibile il volano virtuoso di un
settore che, solo in Italia, genera ogni anno un fatturato di 14
miliardi di euro, assicurando circa 120 mila posti di lavoro (tra
diretti e indiretti) e stipendi per 3,9 miliardi di euro. Gli stessi
auspici - ha specificato l'associazione - sono condivisi dagli
equipaggi delle navi, tra cui molte migliaia di marittimi italiani,
tornati a bordo tra Natale e Capodanno per osservare il periodo di
quarantena necessario a riprendere a navigare, come originariamente
previsto subito dopo l'Epifania, insieme alle compagnie di crociera
che hanno sostenuto investimenti notevoli per armare le navi e
tenerle pronte alla ripartenza».
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- «Anche il protocollo adottato in Italia dalle navi da
crociera - ha puntualizzato la CLIA - ha richiesto ingenti
investimenti da parte delle compagnie, sia per la messa a punto sia
per la sua implementazione a bordo ed a terra. Esso rappresenta,
inoltre, un caso unico al mondo, nel settore crocieristico come in
quello del turismo e dell'ospitalità in generale. Sviluppato
insieme alle autorità italiane, nazionali e locali, il
protocollo tiene infatti conto degli input dei migliori virologi,
medici ed esperti di fama internazionale, di istituti clinici e
università specializzate, e ha mostrato la straordinaria
capacità dell'Italia di approntare soluzioni innovative».
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- «Tra le misure previste dal protocollo, che finora nessun
altro settore in Italia né al mondo ha eguagliato per
complessità e completezza - ha ricordato inoltre
l'associazione - vi sono lo screening sanitario universale degli
ospiti e dei membri dell'equipaggio prima dell'imbarco con i tamponi
Covid-19 (antigene e PCR se necessario, anche durante la crociera)
oltre al controllo della temperatura, la compilazione di un
questionario sanitario, le procedure di igienizzazione e pulizia
degli ambienti con l'utilizzo di prodotti disinfettanti di tipo
ospedaliero, il potenziamento dei servizi medici a bordo, un piano
di emergenza attuabile in stretta collaborazione con le autorità
di terra competenti nell'eventualità anche solo di un caso
sospetto a bordo, tecnologia di ultima generazione per il contact
tracing di tutte le persone a bordo delle navi».
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- «A questo si aggiunge - ha sottolineato infine la CLIA -
che i crocieristi sono in grado di raggiungere in modo sicuro i
porti di imbarco anche provenendo da regioni diverse da quelle del
porto di imbarco, utilizzando sia mezzi propri sia i trasporti
organizzati dalla compagnia, anch'essi quindi sottoposti alle misure
di sicurezza previste dal protocollo».
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