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8 febbraio 2021
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- Duro richiamo di Agostinelli al senso di responsabilità
della comunità portuale di Gioia Tauro
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- Il container terminal - ammonisce il commissario dell'AP -
non è al centro del mondo dello shipping e non è il
riferimento imprescindibile per le esigenze dell'armatore
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Il commissario straordinario dell'Autorità Portuale di
Gioia Tauro, Andrea Agostinelli, ha diffuso una lettera aperta
rivolta alla comunità portuale per esortare a dimostrare
vicendevole senso di responsabilità e reciproco impegno in un
momento in cui lo scalo portuale calabrese sembra tornare ad una
fase di criticità che si auspicava superata con l'assunzione
dal parte del gruppo armatoriale Mediterranean Shipping Company
(MSC), attraverso la Terminal Investment Ltd. (TIL), dell'intero
controllo della gestione del Medcenter Container Terminal (MCT), il
terminal per contenitori del porto gioiese.-
- Una lettera esplicita, fino alla crudezza, che mette in chiaro
le criticità del porto di Gioia Tauro. Problemi che
caratterizzano anche altri porti italiani in cui la gestione del
traffico containerizzato è affidata ad un solo operatore.
Operatore terminalistico inoltre che, facendo parte di un gruppo
armatoriale, inserisce inevitabilmente il porto calabrese in un
network di servizi marittimi containerizzati che è quello
della MSC e delle compagnie di navigazione con cui il gruppo
coopera. Ciò, ovviamente, comporta sia delle opportunità,
a partire da quella dell'interesse da parte dell'armatore di
utilizzare un porto in cui gestisce un terminal, sia dei rischi, tra
cui quelli di diventare un porto monocliente e quindi di essere
soggetto all'evoluzione dei traffici marittimi dell'unico utente.
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- Una lettera in cui Agostinelli esorta la comunità
portuale a cui è diretta la missiva, ma indirettamente - si
potrebbe osservare - anche le istituzioni locali e governative che
sempre hanno parlato del porto di Gioia Tauro come dell'elemento in
grado - da solo - di rilanciare l'economia calabrese e - perché
no - quella dell'intero Mezzogiorno, a rimanere con i piedi per
terra, perché il porto può sì creare
opportunità e crescita, ma non indurre a delineare scenari
inverosimili e illusori.
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- «Le continue, talvolta assillanti, procedure sindacali di
“raffreddamento”, la cui gestione è devoluta alla
Autorità Portuale - esordisce la lettera di Agostinelli - mi
impongono una riflessione, tanto più necessaria quanto più
è stridente l'immagine delle banchine del porto di Gioia
Tauro in questi giorni desolatamente vuote. Dopo un 2020
straordinario nonostante l'emergenza sanitaria, ed in assoluta
controtendenza nel panorama nazionale, in queste prime settimane del
2021 i traffici portuali hanno registrato un brusco calo, e
importantissime linee di navigazione trans-oceaniche sono state
temporaneamente dirottate altrove».
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- «Congestione delle banchine, lavori portuali cui
contribuisce anche questa Autorità, una parziale
inoperatività dei mezzi meccanici ed una eccessiva lentezza
delle operazioni portuali - spiega Agostinelli - queste le cause del
momento negativo che il porto sta attraversando. Non sarà
inutile ricordare - precisa il commissario straordinario
dell'Autorità Portuale - come il terminalista stia
rispettando alla lettera un robustissimo piano di investimenti, ed
ulteriori tre grues di ultima generazione saranno posizionate in
banchina durante il 2021, e come l'Autorità Portuale stia
supportando questo sforzo sotto il profilo della agibilità
dei fondali e nell'adeguamento tecnico-funzionale delle banchine.
Così come non dobbiamo dimenticare come il terminal - con
l'impegno ed il sacrificio di tutti, maestranze in primis - sia
rimasto operativo anche nei momenti peggiori della pandemia e non
un'ora di cassa integrazione sia stata richiesta».
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- «Ma allo stesso tempo - prosegue Agostinelli - dobbiamo
sapere con assoluta chiarezza - e le circostanze di questi giorni lo
confermano con durezza -, come Gioia Tauro non sia il terminal
contenitori al centro del mondo dello “shipping”, e
soprattutto non sia il riferimento imprescindibile per le esigenze
dell'armatore, tutt'altro; altre soluzioni sono ben possibili, al di
là del Mediterraneo, dove se non il costo del lavoro, la
speditezza delle operazioni portuali è un fattore decisivo
nelle scelte degli armatori. E lo stesso vale, a maggior ragione,
anche per il terminal automobilistico, per il quale l'alternativa è
anche più prossima e si chiama Salerno».
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- La lettera prosegue ricordando le iniziative che l'Autorità
Portuale ha intrapreso per assicurare la competitività del
porto nel mercato marittimo containerizzato globale. «Abbiamo
messo a disposizione del porto - scrive Agostinelli - un nuovo
gateway ferroviario, una nuova, strategica opportunità, al
prezzo di inenarrabili difficoltà burocratiche, dovute a nodi
irrisolti fin dai tempi della costruzione del porto e ad atavici
contenziosi che stiamo faticosamente cercando di portare a soluzione
con il supporto della Regione Calabria ed il dialogo con il
commissario del CORAP, Consorzio Regionale per lo Sviluppo delle
Attività Produttive. Ed abbiamo, in ogni modo ed in ogni
circostanza, sollecitato la “politica” nazionale a
sciogliere quei nodi infrastrutturali che ad oggi impediscono al
porto di Gioia Tauro di esprimere e mettere a frutto la strategicità
della sua posizione al centro del Mediterraneo. E ancora. Fra due
settimane l'impresa aggiudicataria inizierà i lavori di
completamento della banchina di ponente, primo passo per
l'insediamento di un polo per le riparazioni navali nel porto di
Gioia Tauro, fino a cinque anni fa un sogno proibito chiuso in un
cassetto».
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- Nella lettera il commissario straordinario esorta anche i
lavoratori del porto ad assumersi la loro parte di responsabilità,
in quanto elemento essenziale della comunità portuale. «Ma
- continua infatti Agostinelli - è sul “capitale umano”
che mi voglio conclusivamente soffermare. Se è vero che non
mancano, da parte dei terminalisti e della Autorità Portuale,
investimenti assai importanti e cospicui nei mezzi e nelle
infrastrutture, credo che ci sia un percorso ancora da compiere
sulla qualificazione e sulla valorizzazione delle maestranze.
Investimenti “immateriali”, nella forma della attenzione
alla “formazione” ma anche a processi finalizzati a
farli sentire “comunità portuale”, la chiave a
mio parere per far funzionare bene e in continuità il nostro
porto. Noi per primi chiederemo alla Regione Calabria un
indispensabile supporto per la formazione delle maestranze
attualmente iscritte in Agenzia, in vista di una possibile
trasformazione della Agenzia in impresa allo spirare dei termini
previsti dalla legge costitutiva della stessa. Ai lavoratori
portuali ed alle organizzazioni sindacali che li rappresentano
chiediamo di avere la nostra stessa visione, di sentirsi parte di un
progetto che fino a due anni, fra crisi e licenziamenti, sembrava
una chimera irrealizzabile e che oggi fa di Gioia Tauro un
“paradosso” nazionale. Chiediamo loro impegno,
responsabilità, abnegazione, assicurando loro il nostro
impegno, la nostra responsabilità, la nostra abnegazione».
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- «Quel sogno - conclude Agostinelli - oggi è davanti
a noi, è il sogno antico di questo territorio. Aspetta solo
di essere tradotto in investimenti, produttività,
retro-porto, ferrovia, nuovi posti di lavoro. Non perdiamo questa
occasione irripetibile».
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