- Nel 2020 il numero di scali delle navi nei porti dell'UE è
diminuito del -10,2%
-
- Nei porti italiani il calo nella comparazione gennaio 2019 -
gennaio 2021 è stato del -16% (Genova -24%)
-
Nel 2020, a causa dell'impatto della pandemia di Covid-19 sulle
attività economiche e sociali, il numero di scali delle navi
nei porti dell'Unione Europea è stato di 697.672 unità,
con una diminuzione del -10,2% rispetto a 776.423 nell'anno
precedente, flessione che sta proseguendo anche nel 2021 con un calo
del -6% registrato nel primo mese.-
- Lo evidenzia il rapporto “Covid-19. Impact on Shipping”
pubblicato oggi dall'European Maritime Safety Agency (EMSA)
specificando che i settori più colpiti dalla riduzione del
traffico marittimo, individuati comparando i dati del gennaio 2021
con quelli del gennaio 2019 che è stato l'ultimo anno prima
della crisi sanitaria in Europa, sono stati quelli delle navi da
crociera e delle altre navi passeggeri, delle navi reefer e delle
navi porta-auto, con riduzione degli scali di queste navi nei porti
dell'UE pari rispettivamente a -56%, -30%, -29% e -25%. Seguono le
portacontainer con -14%, le chimichiere con -13%, le rinfusiere con
-10%, le petroliere e le navi per merci varie con -8%.
-
- Il rapporto specifica che, sulla base della comparazione tra
gennaio 2021 e gennaio 2019, i porti più colpiti da questa
flessione sono risultati essere quelli di Cipro (-22%), Germania
(-22%) e Lituania (-21%). Per i porti italiani il calo registrato è
stato del -16%. Relativamente ai singoli porti, gli scali portuali
per i quali l'impatto è stato più significativo sono
risultati essere quelli di Barcellona (-30%), Bremerhaven (-75%),
Genova (-24%), Goteborg (-25%), Riga (-21%), Sines (-20%), Trieste
(-22%) e Wilhelmshaven (-25%). In crescita, invece, gli scali di
navi nei porti di Dunkerque (+2%), Pireo (+63%) e Taranto (+9%).
-
- Il documento evidenzia inoltre che la contrazione del traffico
marittimo si è accentuata a metà del mese di marzo del
2020 a seguito dell'escalation della crisi sanitaria in tutta Europa
che ha costretto molte nazioni dell'UE a mettere in atto misure di
lockdown, mentre a partire da agosto il trend è apparso più
stabile alternando lievi variazioni mensili positive e negative.
|