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25 marzo 2021
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- Gli operatori del porto di Crotone si schierano contro
l'ipotesi di far ripartire l'iter per la redazione della variante al
PRP
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- Il timore è quello di un ulteriore rinvio dello
sviluppo dello scalo
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L'associazione Operatori Portuali e Marittimi di Crotone ha
espresso «forte rammarico per l'ennesimo rinvio legato
all'affidamento dell'incarico per la redazione della variante al
Piano Regolatore Portuale del porto di Crotone, nonostante la
presentazione ed approvazione del Masterplan del 2019 e il via
libera da parte del Ministero». Disappunto - specifica in una
nota l'associazione, costituita da aziende della comunità
portuale crotonese - che scaturisce dagli «enormi danni che il
territorio crotonese subisce in virtù del sottosviluppo e
sottoutilizzo dell'infrastruttura portuale».-
- «Sono - ricorda l'associazione - ormai trascorsi circa 15
anni dall'ingresso del porto di Crotone nell'ambito dell'Autorità
Portuale di Gioia Tauro, mai diventata Autorità Portuale
della Calabria, e cinque anni dalla riforma nazionale delle autorità
di sistema portuale, che caso unico in Italia ancora non ha trovato
attuazione proprio a Gioia Tauro, ad oggi incredibilmente ancora
commissariata e che continua a mantenere l'anacronistica
denominazione Autorità Portuale di Gioia Tauro. I risultati
attesi dal territorio di Crotone - denuncia la nota
dell'associazione - non sono mai arrivati; anzi si è vissuto
e si continua a vivere un immobilismo gestionale e dirigenziale che
sfocia spesso nel grottesco. Basti pensare che ad oggi non è
presente nella città di Crotone una sede periferica
dell'Autorità Portuale dotata di personale e dirigenti. Le
numerose imprese, aziende e attività crotonesi legate
all'economia del mare subiscono quindi gravissimi e incalcolabili
danni, con pessime ricadute sull'occupazione e sugli affari, che, di
fatto, limitano la crescita della Regione Calabria e quindi dello
stesso PIL dello Stato italiano».
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- «Negli ultimi anni, grazie al forte impulso della Camera
di Commercio di Crotone che si è fatta portavoce delle
numerose aziende operanti nel porto, con la costituzione della
Consulta Marittima - prosegue la nota - pareva essersi avviato un
nuovo periodo di concertazione bottom-up e pianificazione strategica
per la crescita del porto di Crotone, culminato proprio nella
redazione congiunta e condivisa del Masterplan portuale, base stessa
per la tanto attesa variante al PRP. Tale redazione, cofinanziata
dalla CCIAA e dalla stessa Autorità Portuale di Gioia Tauro,
deriva da oltre nove anni di riunioni, conferenze, pareri, studi e
approfondite analisi ingegneristiche, di conseguenza tutti gli
operatori portuali di Crotone e gli enti del territorio erano
finalmente convinti di essere giunti a una visione di sviluppo
comune, a uno strumento di pianificazione capace di far partire gli
investimenti strutturali, come quelli per il dragaggio, la bonifica,
il completamento delle banchine, insomma per la riorganizzazione
sistemica del grande porto di Crotone, hub strategico a livello
nazionale. Invece, con non poco sgomento, dopo tutti i pareri
espressi e le posizioni favorevoli giunte dal Ministero, in una
recente riunione tenuta presso la Capitaneria di Porto di Crotone,
l'Autorità Portuale di Gioia Tauro, nella persona del suo
commissario straordinario, ha espresso la volontà di far
ripartire l'iter progettuale per poi procedere dopo 70 giorni a una
nuova presentazione di proposte. Una scelta - denuncia
l'associazione - che ha dell'incredibile, che ha spiazzato tutti, e
che se attuata porterà nuovamente a procrastinare per altri
lunghi anni lo sviluppo del porto di Crotone».
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- Sottolineando la propria contrarietà «a questa
ennesima azione che lede gli interessi di Crotone»,
l'associazione ha evidenziato che quella venutasi a creare è
«una situazione davvero drammatica che non può essere
più sostenuta da una provincia, come quella di Crotone, che
vive da oltre trent'anni una fase economica disastrosa, con
indicatori socio-economici tutti negativi, che l'hanno portata ad
essere una delle aree più depresse d'Europa. A maggior
ragione avere un porto in pratica bloccato da una gestione
dirigenziale affidata a un'Autorità Portuale commissariata da
anni, che di fatto non è mai stata capace di tutelare gli
interessi della fascia ionica calabrese e del porto di Crotone -
conclude la nota - fa riflettere sulle azioni da mettere in campo a
livello politico e amministrativo per il futuro crotonese. Se i
presupposti di una nuova Autorità di Sistema sono questi è
forse il caso di volgere le spalle al Tirreno e abbracciarsi al Mar
Ionio».
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