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26 marzo 2021
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- Merlo (Federlogistica): dal blocco del canale di Suez
l'Italia deve trarre alcuni insegnamenti
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- I porti italiani - ha rilevato - sono del tutto impreparati
ad affrontare episodi che saranno generati da condizioni meteo
sempre più estreme
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La vicenda dell'attuale blocco del traffico nel canale di Suez,
che è stato provocato dall'arenamento della portacontainer
Ever Given, fa scattare due allarmi che anche un Paese come
l'Italia, che cronicamente sottovaluta il mare in quanto fattore
primario anche del sistema economico nazionale, non può
permettersi di non ascoltare: da un lato, l'importanza strategica
del trasporto marittimo e della Blue Economy nel suo complesso e,
dall'altro, l'estrema fragilità e vulnerabilità del
sistema dei trasporti marittimi e in particolare di infrastrutture
strategiche come il canale di Suez, ma anche i grandi porti - quelli
italiani in primis - di fronte ai rischi posti in essere dai
cambiamenti climatici e da eventi meteo che ormai non possono più
essere qualificati come straordinari.-
- Lo ha sottolineato il presidente di Federlogistica, Luigi Merlo,
precisando che «se è vero che la causa che ha spinto
una delle più grandi navi del mondo a ruotare su se stessa e
a incagliarsi nelle sponde sabbiose del canale, sarebbe stata una
tempesta di sabbia e quindi il forte vento, è urgente porsi
interrogativi anche relativi alla fragilità dei porti
italiani, oggi del tutto impreparati e non attrezzati ad affrontare
episodi che saranno generati da condizioni meteo sempre più
estreme».
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- Ricordando che Federlogistica, in stretta collaborazione con
Enea, sta combattendo da tempo una battaglia solitaria su questo
tema, dimostrando con studi e proposte l'esistenza di una vera
emergenza, Merlo ha specificato che la federazione sa di poter
contare su interlocutori attenti e competenti quali i ministri
Cingolani e Giovannini per poter predisporre adeguati action plans,
«ma - ha aggiunto - occorre un impegno consapevole di tutto il
governo anche per affrontare brusche mutazioni nei possibili scenari
geopolitici, facilmente ipotizzando che quanto accaduto nel canale
di Suez sarà utilizzato in particolare da Cina e Russia per
promuovere la rotta artica». Quest'ultima - ha osservato il
presidente di Federlogistica - rappresenta «una scelta molto
pericolosa dal punto di vista della sostenibilità ambientale,
ma altrettanto pericolosa perché da un lato tenderebbe a
isolare il Mediterraneo, dall'altro favorirebbe ulteriormente le
ambizioni della Cina di controllo monopolista sui traffici e quindi
sull'interscambio mondiale via mare».
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