
|

|
29 marzo 2021
|
|
- Santi (Federagenti): il canale di Suez meriterebbe un
osservatorio permanente
-
- Necessario - ha sottolineato - sviluppare una consapevolezza
nuova anche rispetto all'importanza del canale e alla necessità
di tutelarne la piena operatività
-
«Abbiamo sempre pensato di svolgere una funzione operativa
e professionale di raccordo fra mercati internazionali e mercato
nazionale, fra mare e terra. Il blocco di Suez ci colloca davanti a
una nuova missione: far capire al Paese, ai media e all'opinione
pubblica che la sopravvivenza economica, il benessere, le
possibilità di ripresa del Paese anche dopo la pandemia
dipendono da un solo fattore: i trasporti marittimi e quindi le
relazioni commerciali che attraverso questi e i porti, l'Italia,
specie in chiave mediterranea sarà in grado di ristabilire. E
che il Canale di Suez non è un semplice nome sulla carta
geografica, ma è il cordone ombelicale che tiene in vita
l'economia italiana e impedisce a gran parte del Mediterraneo di
assumere le sembianze di uno stagno». Lo ha sottolineato
Alessandro Santi, presidente della federazione degli agenti
marittimi italiani, Federagenti, osservando che «la
sottovalutazione da parte di politica, istituzioni e media degli
effetti potenzialmente gravissimi conseguenti il blocco del canale
per l'Italia, ha evidenziato in modo drammatico come l'Italia, per
decenni chiusa in se stessa e incapace di seguire la sua vocazione
mercantile mediterranea, abbia perso di vista il ruolo strategico,
unico, dei trasporti via mare, per l'approvvigionamento di materie
prime, di energia, per poter esportare i suoi prodotti. In una
parola: per essere competitiva».-
- Santi ha chiamato tutte le categorie che operano nella filiera
dei trasporti marittimi a «mettersi in gioco con forza per
rafforzare la centralità dell'economia dei trasporti
marittimi, facendo in modo che quanto accaduto in questi giorni non
venga velocemente dimenticato. Senza i trasporti marittimi - ha
rilevato il presidente di Federagenti - l'economia italiana non
esiste e un blocco prolungato di Suez, venendo all'attualità,
ne annienterebbe la competitività e la capacità di
stare sui mercati. Il nostro dovere è d'ora in avanti quello
di farlo capire anche all'opinione pubblica, perché smuovano
istituzioni, partiti, politica e burocrazia, che hanno trasformato
8.000 chilometri di coste, negli argini di un acquitrino».
-
- «In questa ottica - ha concluso Santi - è
necessario e urgente far sviluppare una consapevolezza nuova anche
rispetto all'importanza del canale di Suez e alla necessità
di tutelarne la piena operatività. A maggior ragione per
l'Italia che da Suez dipende per l'approvvigionamento via mare di
energia, di materie prime e per l'export di una quota superiore al
40% del totale. Costituiamo Comitati tecnici per qualsiasi cosa, il
canale di Suez meriterebbe un osservatorio permanente, anche con il
coinvolgimento di altri Paesi mediterranei e nella prospettiva di
una collaborazione sempre più fattiva con l'Egitto che
attraverso la Suez Canal Authority controlla questa via d'acqua, che
per l'Italia rappresenta un'infrastruttura economica prioritaria».
|
|
- Piazza Matteotti 1/3 - 16123 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
|